2010/02/10

CYRANO DE BERGERAC

domenica 14 febbraio
RIMINI {TEATRO}
TEATRO NOVELLI, via Cappellini 3

Massimo Popolizio
di Edomond Rostand
regia Daniele Abbado
Teatro di Roma

Cyrano de Bergerac è stato subito, sin dal suo apparire sulle scene parigine nel 1897, un grande successo che diede al suo giovane autore, allora non ancora trentenne, una clamorosa fama internazionale. La fortuna sulla scena del Cyrano de Bergerac – ispirato alle gesta del poeta, spadaccino e libero pensatore Savinien Cyrano de Bergerac, realmente vissuto nel Seicento
– ne ha fatto uno dei testi teatrali più “popolari” del Novecento, cavallo di battaglia di tanti grandi attori (ora è la volta di Massimo Popolizio): sia sul palcoscenico, sia sul grande schermo, per il quale fu adattato numerose volte: la prima già nel 1900, le più celebri quelle del 1950 con José Ferrer e del 1990 con Gérard Depardieu. Ultima gloriosa espressione dell’eroe romantico ottocentesco, il protagonista di Cyrano de Bergerac rivela i tratti essenziali della sua natura già nel primo atto, ambientato all’interno del teatro Hotel de Bourgogne: il “guascone” amore per la bravata lo spinge a impedire una rappresentazione solo perché vi recita un attore a lui antipatico; il naturale estro poetico lo induce a comporre una ballata nel corso del duello con un gentiluomo che si è ribellato alla sua prepotenza; la vocazione sentimentale della sua anima mal si nasconde nel silenzio di cui circonda l’amore per la cugina Roxanne. Il resto, poi, è tutto un precipitare di eventi, molto noti anche al grande pubblico, in ragione del ruolo simbolico che il personaggio è venuto ad assumere nel corso degli anni: l’incontro con Christian amato da Roxanne, il ruolo di suggeritore assunto da Cyrano nelle loro scene d’amore, l’assedio di Arras e la morte di Christian, gli anni che passano, le visite alla cugina in convento e la tegola gettatagli a tradimento, lo spegnersi infine dell’eroe nelle braccia della donna sempre amata.
Annota il regista Daniele Abbado: «Soltanto in punto di morte Cyrano trova il coraggio di uscire da un’ombra durata quindici anni, per svelarsi a Roxanne e a se stesso, concludendo in tal modo il suo rocambolesco percorso terreno. Un amore, sembra dirci, non ha bisogno di essere condiviso per essere esemplare. Cyrano lo sconfitto, suggeritore della vita e dell’opera di altri, ci indica passaggi dell’esistenza che non conosciamo, mescola estetica e vita - vita avventurosa e vita letteraria - apparentandosi in questo a personaggi lontanamente affini come Falstaff e Don Chisciotte. Quando se ne va, porta nel mondo delle ombre il suo gran naso, simbolo di libertà, indipendenza, diversità, marchio di un eroe che si batte fino in fondo anche contro l’impossibile, persino contro le tenebre».
Fino al 16 febbraio.
Ore 21
Informazioni: Tel. 0541 704292 - 704293

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